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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

I casali di Butera

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MONTE DESUSINO Per la sua posizione il monte, domina la Gela-Licata-Agrigento. Lo scavo effettuato nel Piano della citta' ha messo in evidenza l'esistenza di molta ceramica preistorica, greco-romana (specie,quella relativa alla seconda metà del IV Sec.a.C.) con mura di cinta per tutto il contorno con tre porte ed una postierla  e due torri, il basamento di un edificio sacro e un tracciato di strade ortogonali dell'impianto urbano. Si riconosce anche esserci stato un villaggio indigeno ellenizzato e fortificato durante il VI sec.a.C. Su Fazzello riscontriamo che Butera distaccatosi dal regno di Bebrica, se ne venne in Sicilia ove sposò la Regina Licastra. Un'altra leggenda ci fa conoscere che Bute Re Indigeno e da Venere nacque Eruche; e Callia, storico siracusano, ci dice che nella contrada Diliella e Gurgazzi ove esistono sorgenti di acque solfuree, sulla pietrosa cima del monte Desusino vi è una città, Ibla Minima. Eruche tradotto in italiano vuol dire,di sopra, c...

La festa di San Rocco

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San Rocco è il Santo Patrono di Butera. Si festeggia il 16 Agosto di ogni anno, in modo molto solenne. La festa ha inizio il giorno 14 con varie esibizioni della banda musicale in Piazza e nelle principali vie cittadine. Giorno 15, nelle prime ore del pomeriggio , si porta in giro " u sirpintazzu " , che si ferma in Piazza Dante. Esso non ha alcuna somiglianza con il vero animale: è fatto di cartapesta,  con un ventre tanto largo da contenere l'uomo che lo porta in giro. In piazza " u sirpintazzu" che per bocca ha due palette di legno dipinte in rosso, azionate dall'uomo che gli sta dentro, tenta di afferrare un'oca , precedentemente uccisa e appesa ad un laccio e, dopo diversi tentativi, finisce col riuscirvi. Compiuta questa operazione va poi a rompere, con quella bocca a forma di becco, i cosiddetti "pignatuni", contenenti dolciumi e oggetti di poco valore che un accompagnatore ripone in un apposito sacco. La leggenda di questa commemorazio...

Palazzo Camerata

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In piazza Dante, volgendo lo sguardo verso nord ,alla sommità di una gradinata appare semplice ma solenne la facciata del palazzo Camerata. Racchiusa tra due grandi pilastri di pietra arenaria, è caratterizzata da un grande portone con arco e due ingressi più piccoli, da due balconi ben proporzionati con quattro aperture e decorazioni, da un frontone con timpano e cornice. La facciata verso ovest presenta un altro portone con arco, chiave di volta e pilastri. Notiamo poi che un pilastro di arenaria con angolo ottuso, simile ai primi due, chiude il lato sud e dà inizio al lato ovest della casa in via Matteotti. Particolare importanza assume un portone costituito da un grande arco con chiave a forma di foglia di acanto, capitelli e pilastri. All'interno oltre il portone si apre un ampio cortile quadrato e si innalzano due colonne di gesso e pietra con capitelli dorici. Fino a qualche decennio fa altri due archi chiudevano il cortile e delimitavano la parte nord dell'edificio. D...

La necropoli di Piano Fiera

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In seguito alla campagna di scavi condotti tra 1951 e il 1958 dall'archeologo rumeno Dinu Adamasteanu, nell'area in cui sorge l'edificio scolastico "Santa Caterina , fu individuata e portata alla luce una vasta necropoli articolata in quattro strati, cronologicamente ben distinti : il primo e più antico , databile dal IX al VOI secolo a.C ( 850 - 665 a.C circa);  Il secondo in uso dal 665 al 500 a.C; Il terzo riferibile al 300 a.C ; Il quarto assegnabile al III - II secolo a.C . Il primo strato : Le quindici tombe contrassegnate dall'archeologo con i numeri 165 fino a 179 si riferiscono al primo strato della necropoli.  Si tratta di camerette a pianta rettangolare e volta piana scavate nella roccia , con deposizione monosomatiche, accompagnate da elementi metallici del corredo funebre ( soprattutto fibule ), brocche decorate con motivi a piume o flabelli, stamnos piumato e vasi a cestello ( sep. 168) , oggetti presenti nella Sicilia orientale  ( Cassibi...

Parrochia di San Tommaso Apostolo

Nella parte settentrionale della città cè la Chiesa di San Tommaso oggi la Matrice, , a poca distanza dell'attuale Porta Reale, dalla quale nel 1089 entro' vittorioso il Conte Ruggero. La Chiesa è a croce latina, con cupola e tettoa volta misura mq 150 circaed i suoi lavori di stucco sono di Giovanni Maienza ed i dipinti di Domenico Provenzano. I marmi che ornano gli altari, danno alla Chiesa un aspetto importante e la magnificenza di un bel tempio.La principale Chiesa di Buteraallora era San Giovanni Battista mentre prima era Santa Maria del Castello. Nel 1315 ad opera d Fra Tommaso Buttiglieri, buterese le vennero donati.il capo di Santa Sofia v.m. e quello di Sant'Orsola v.m. il braccio di S.Mauro, S.Callisto, alcune ossa di S.Anastasio, una bibbia antica scritta in carattere gallicano su carta pecorina.L'epigrafe ancora si può leggere; il marmo è stato collocato sulla parete della Chiesa a sinistra entrando in sacrestia; nell'epigrafe si legge Anno Domini  1315...

Castello di Falconara

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Falconara fu la maremma meridionale dell'isola, tra il torrente di San Nicolò e la foce del fiume Carruba; dal latino Arx Falconera , da Maurolico, Fazzello, Carafa e detta Falconara, da Cluverio Falconara, ed ancora da Murolico Briet. Il fiume Carruba nasce dalla fonte di San Pietro, quattro miglia distante dalla foce e versa le sue acque nel mare d'africa, tra il fiume Naufrio e la rocca di Falconara. Il naufrio nasce sotto Butera, da cui prende il nome e a sei miglia da Terranova versa le acque nel mare d'Africa. Falconara è ricordata da Edrisi come Marsà as Saluq, porto di scirocco, vi sorge una grande torre quadrangolare intorno alla quale si è sviluppato l'attuale Castello. Fu concesso nel  1392 ad Ugone Santapau, in seguito ai Branciforte e poi nella metà del 1800 fu acquistato dai Chiaramonte- Bordonaro. L'ultimo ampliamento, ai primi del  1900, è dovuto ad Ernesto Basile. La splendita posizione, il magnifico palmeto che lo circonda, la serie di fab...

Parrocchia-Santuario di San Rocco Patrono di Butera

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La chiesa di San Rocco, oggi Patrono di Butera, un tempo era dedicata a San Nicolò Vescovo di Mira.  Il vero Patrono di Butera era San Tommaso Apostolo a cui è intitolata l'unica parrocchia esistente. Gli abitanti però hanno proclamato prima San Giovanni Battista poi S. Vito, titolare della Chiesa omonima , in seguito Sant'Antonio Abate, infine, il 18 Aprile 1683, il popolo proclamò San Rocco Patrono di Butera per come attesta il seguente documento che trovasi agli atti dell'archivio della chiesa di San Rocco che qui trascrivo: <<G.M.G. e San Rocco. A 19 Aprile sesta indizione 1683. Si avverte che in questa e sotto questo giorno di Pasqua, radunato tutto il popolo e li signori giurati e capitano, nella Matrice di questa città in presenza del Sig. Vicario Don Carlo Repollino, s'acclamò per nostro protettore e Patrono di questa città di Butera il nostro glorioso San Rocco, con grandissimo giubilo di tutto il popolo. gli ufficiali del presente sono...

Chiesa di San Francesco D'assisi

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Questa chiesa era attaccata all'ex convento dei Minori Conventuali , l'antica chiesa Santa Maria del Castello, ove i Cistercensi sino alla metà del XVI secolo amministrarono i Sacramenti ( l'antica parrocchia officiata in seguito dai conventuali. Il Convento , fabbricato nel 1577 dal Maestro lo Monaco per ordine di Francesco di Paola , gelese , allora possedeva un mulino con sei tumuli di terreno che si dava in gabella ed ancora porta il nome di San Francesco, terra in contrada Difesa e Chiarchiaro. Nella chiesa si possono ammirare : 1) una croce in legno sulla quale è dipinto Cristo opera di Domenico Zampieri detto il Domenichino, con la scritta ai piedi della croce " Cristi passi virtute un que anime fidelium santisfaciunt et a penis delittorum liberatur " ; 1632; 2) quadro dell' assunzione di Maria Vergine del Paladino ; 3) quadro che rappresenta la Madonna d'Itria , detta Madonna d'Altaniore , che si trovava nel cenobio esistente nel secolo XVI so...

Castello di Butera

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È stato nei secoli scorsi obiettivo di conquista da parte degli invasori di Sicilia. Originariamente costituito da quattro o cinque torri agli di un 'area fortificata . Una roccaforte inespugnabile protagonista della storia.   Che fosse inespugnabile  lo sperimentò a proprie spese Ruggeri il Normanno , che dovette assediarlo per 26 anni prima di conquistarlo . Il castello esisteva già nell' 854 , quando l'emiro Alaba divenne Signore di Butera. All'interno della Rocca vi era un vasto cortile, con stalle e magazzini ed una cisterna ovale all'esterno . Di notevole importanza una delle torri , con sale ricche di sculture fra queste un' aquila a due teste , con catena e spada sguainata , stemma dei signori dell'epoca .  Dalla Rocca inserita tra le antiche costruzioni che chiudono l'attuale Piazza Castello , si affaccia una bifora ; sotto un magnifico sedile di pietra. Anche in questo caso non manca la fantasia popolare , secondo cui un lunghissimo percorso ...

Butera sotto gli Aragona

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Butera rimase sotto gli Aragona sino alla fine del MV secolo quando gli ultimi rappresentanti della famiglia Manfredi e Artale junior, si opposero a re Martino I. Questi nel 1392 assegno' al suo fedelissimo Ugone Ademar di Santapau ( di origine catalana) insieme a Licodia e ad altri feudi  siciliani,la baronia di Butera e della torre di Falconara, e nel 1399 vi riconobbe la successione del figlio Calcerando,distinguedo nel diploma il castello dalla terra (cioè centro abitato) di Butera,che implicava per il castello, dove risiedeva il castellano, una gestione separata da quella degli abitanti, che costituivano " l'università ". Perduta la sua importanza militare,divenuta ormai possesso periferico di una famiglia che aveva i suoi pricipali interessi economici nel Catanese e quelli politici a Palermo, Butera sopravviveva. Nella seconda metà del secolo la popolazione riprese lentamente a salire. In queste condizioni, con la stragrande parte del territorio ...

Butera: Federico III d'Aragona

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Sotto Federico III d'Aragona, la città risulta feudo del miles Lupo degli Uberti  ( non degli Alberti) , appartenente ad una famiglia di ghibellini toscani che in quegli anni possedevano i feudi piazzesi di Gatta e Fundrò . I registri pontifici delle decime del 1308-10 registrano a Butera , solo tre chiese: quella di San Tommaso , quella di Santa Maria , << che appartiene al vescovo di Patti>> ; e la chiesa di San Giovanni , che era anche chiesa madre per la sua posizione centrale , nelle vicinanze di una delle due porte d'accesso all'abitato ,  la porta San Pietro ; a quest'ultima , frà Tommaso da Butera dona nel 1315, come attesta una lapide trasferita nel 1542 nella Chiesa Madre , alcune reliquie di santi. Il frate buterese, eletto nel 1329 vescovo di Cefalù dal capitolo e confermato dall'arcivescovo di Messina, non ricevette la convalida del Papa e si dimise due anni dopo.  Il centro abitato decadeva e subiva le conseguenze della lunga guerra tra  gl...

Butera : Pagano de Parisio

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Nel 1208, Pagano de Parisio , conte di Butera ed Avellino , donò ai Templari di Messina alcune terre di Paternò, e Federico II  confermò la donazione l'anno dopo ; ma nel 1231 , Pagano e il fratello Gualtiero de Parisio vennero coinvolti nella congiura del cancelliere Gualtiero di Palearia , vescovo di Catania. Federico ne confiscò i beni , ma non restituì Butera al demanio  come si è pensato, in quanto già dal 1229 era conte di Butera Berardo de Ocra . Tali vicende avevano attirato su questa parte della Sicilia , e in particolare sulla fertile piana di Gela, allora abbandonata, l'attenzione del grande imperatore siculo-svevo , che decise di valorizzare subito quel territorio fondando una nuova città sulla collina costiera ricoperta dagli imponenti ruderi dell'antica città greca di Gela . Federico venne , perciò, a Butera nel 1234 - come dimostra una lettera inviata di là a papa Gregorio IX- dall'alto della torre poté ammirare l'ampio panorama che si apriva sulla pi...

Butera nella storia 3° parte

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Nell'estate dell'anno dopo, arrivo' la vendetta di Guglielmo I che prima saccheggiò e distrusse dalle fondamenta Piazza , poi cinse d'assedio Butera convinse Ruggero Sclavo ad arrendersi assicurandogli salva la vita ( ed infatti andò in esilio ) ma punì duramente la città radendola al suolo e vietando che essa fosse mai ricostruita.  L'avvenimento segna una svolta epocale nella storia della città: eliminata prima la popolazione musulmana e poi quella di più recente immigrazione, distrutti il castello, gli splendidi palazzi , le moschee e i caravanserragli di epoca araba e le chiese che i Normanni avevano innalzato, la collina rimase disabitata forse per qualche decennio. E certo , comunque, che il territorio di Butera, dopo la ribellione, non rimase al demanio per molto tempo, poiché nel 1171 dopo la morte di Guglielmo II  , esso appare in possesso di Guglielmo di Lucy per avere sposato Desiderata di Policastro, forse figlia di Manfredi Aleramico , legittimo erede ...

Butera nella storia 2° parte

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Il conte Simone Aleramico, succeduto nel 1137 al padre Enrico, almeno per i primi dieci anni risiedette a Butera. Dopo il 1148 , Simone , diventato conte di Policastro  ( Salerno) e uno dei principali sostenitori di re Ruggero nella lotta contro i ribelli, si trasferì nella Penisola , lasciando l'amministrazione dei beni siciliani ai suoi figli, il legittimo Manfredi e l'illegittimo Ruggero Sclavo.  Verso la metà del XII secolo, Butera rimaneva ancora tra le principali città dell'isola, con una popolazione che doveva avvicinarsi ai 10.000 abitanti, sui 600.000 al massimo esistenti in tutta la Sicilia. Il geografo arabo Al-Idrisi, che in quegli anni componeva alla corte di Palermo I/libro di Re Ruggero, la descrive così:<<Butera, che è rocca ben fortificata, di considerevole prestigio e fama , il più pregiato fra i centri agresti e cittadini.  Essa ha tutte le caratteristiche delle città grandi e popolate, in quanto è edificata a regola d'arte, ha imponenti s...

Butera nella storia

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Nessuno scrittore fino ad oggi si è curato di conoscere il preciso nome dell'antica città, su cui ora sorge Butera, perché l'incertezza del sito di varie remote città a cui si vorrebbe quella ricondurre , è stata , per i passati e moderni storici , oggetto di molte dispute e contraddizioni . Il sito di Butera è creduto dagli storici singolarmente ed a volte associati , quello di Gela , Bucia , Bucinna , Ibla Herea, Mactorium. Nessuno scrittore è stato in grado di dare un preciso nome dell'antica città di Butera.  Si narra che nell'estate dell'845 d.C , durante una scorreria da Palermo verso Lentini , e i suoi abitanti  << gli dettero fiera battaglia>> , come scrive un cronista arabo, ma furono sconfitti . La guarnigione bizantina di Butera , però, si arrese a patti ai conquistatori soltanto nell'853 , dopo circa sei mesi di assedio , consegnando cinque o seimila prigionieri ( a seconda del cronista arabo che ce ne riferisce). In piena dominazio...

Butera : Storia, Arte, Cultura , Sviluppo economico

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Butera sorge sopra un monte a 402 metri sul livello del mare a 14°, 11' di longitudine Est e a 370,157 di latitudine Nord. Posta su uno sperone roccioso che domina la piana di Gela e poco distante dalla costa meridionale dell'Isola, Butera fu tra le città più importanti della Sicilia del Medioevo. Ricca , popolosa e ben fortificata, la Butirah degli Arabi divenne con i Normanni, sede di una contea in mano alla più famiglia lombarda venuta al seguito della terza moglie di Ruggero. Magnificata da Idrisi, venne distrutta nel 1611 da Guglielmo I, per essere stata centro dell'opposizione baronale anti-monarchica. Ripopolata con gli Svevi, fu a lungo contesa fra Angioini e Aragonesi. Nel 1543, per aver sconfitto il pirata Barbarossa, Ambrogio Santapau. Branciforti fu nominato principe di Butera, che rimase fino all'800 il principale titolo feudale della Sicilia .  Oggi, l'illustre passato di Butera è testimoniato soprattutto dall'impianto urbanistico medievale ,...